L’ernia dei cavoli si manifesta già nei semenzai ma diventa più evidente nelle piante adulte. E’ un fungo che viene diffuso dall’utilizzo di piante infette o contaminata dalle spore. Queste possono restare attive nel terreno anche per 6-7 anni: si sviluppano di più nei terreni acidi, con pH inferiore a 6,5
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Riconoscere l’ernia del cavolo
Un ingrossamento del piede della pianta indica quasi certamente un attacco di ernia. A quel punto non ci sono cure efficaci, occorre estirpare la pianta ed eliminarla per evitare che il contagio si diffonda.
Nel caso che i cavoli del vostro orto dovessero subire un attacco d’ernia occorre estirpare e distruggere tutte le piante: con ciò il problema non è risolto perché il terreno rimane infetto per un periodo dai 5 ai 7 anni.
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In questo periodo occorre evitare la coltivazione, in quella parcella, di tutte le piante della famiglia delle crucifere; tuttavia anche altri ortaggi possono essere soggetti ad attacchi di ernia,. per cui il problema ha carattere rilevante ed occorre evitare assolutamente che la malattia si diffonda.
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Alcune precauzioni di base possono aiutare il contrasto a questa malattia. Anzitutto non mettete qualsiasi cosa nell’orto,ma acquistate sempre sementi e piantine di buona qualità, da rivenditori affidabili. La rotazione delle colture è consigliata: non seminate mai per due anni consecutivi piante della famiglia delle crucifere (cavoli, rape, ecc) nella stessa parcella, ma alternate la coltivazione con leguminose (fagioli, piselli, ecc.)
Al momento della lavorazione profonda in previsione di una coltura di cavoli spargete sempre sul terreno della calce, in modo da ridurre l’acidità.
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Un altro metodo biologico che vogliamo suggerire in questo post è quello che prevede la semina di piantine di menta inframmezzate a quelle di cavolo. Infatti, gli stoloni della Menta Piperita producono una sostanza antagonista del fungo Plasmodiophora Brassicae, che è l’agente di questa malattia
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